FAQ
COME SI FORMA UNA CARIE?
Allora innanzitutto esiste una predisposizione familiare, cosa significa?
Che esistono tre “fenotipi”, così si dice, di denti soggetti con facilità a carie, si parla soggetti cario-ricettivi, denti mediamente soggetti alla carie, cioè denti normali e denti che non sono proprio per nulla soggetti alla carie e si parla di cario-resistenza.
Acquisire ed ereditare una condizione di cario-ricettività o di cario-resistenza dipende dalla scelta che facciamo dei nostri genitori, purtroppo su questo non possiamo intervenire più di tanto.
Di sicuro, una persona cario-ricettiva, ha dei grossi problemi, perché per tutta la vita, dovrà essere un ospite abituale del dentista a differenza della cario-
resistente che, talvolta, non va mai dal dentista, non c’è mai andata e non ha
mai avuto problemi di carie.
Specifichiamo anche un’altra cosa: noi nell’arco della vita ci troviamo a far crescere qualcosa come 52 denti: 20 denti da latte 32 denti permanenti, tanta roba, quindi dobbiamo tener conto che, la carie, perché possa portare a un deficit della capacità masticatoria, deve colpire tanti, tanti denti, però
dobbiamo fare un’altra considerazione: i denti da latte, potrebbero essere cario-ricettivi e i denti permanenti no e viceversa. Potrebbero esserci dei denti da latte straordinariamente carie esistenti e denti permanenti estremamente cario-sensibili.
Quindi la ricettività della carie è un tratto familiare a questo punto quello che fa la differenza, sono le abitudini come sempre, sempre le stesse, abitudini alimentari e abitudini igieniche.
COME SI CURA LA CARIE
È compito del dentista identificare le carie quando sono piccole.
Quando sono piccole sono semplici da curare e la massa residua del dente sano è la parte più importante che rimane del dente.
Viceversa quando la carie si sviluppa molto e distrugge gran parte del dente, il dentista ha un compito più arduo:
oltretutto anche la prognosi, cioè l’aspettativa della durata della cura, sarà più
breve.
Nello STUDIO DENTISTICO TAUTU eseguiamo la diagnosi.
Successivamente formuliamo il piano di trattamento, cioè la cura da praticare al dente.
Come si realizza il trattamento: si anestetizza la parte, dopodichè si può
procedere alla rimozione della parte danneggiata del dente, utilizzando un manipolo (uno strumento che tramite una fresa, consente di rimuovere la parte guasta.
Una volta pulita la parte, potrà essere ricostruita con un materiale che ne imita forma, colore e funzione.
Al termine del trattamento, viene verificata la masticazione, cioè che la ricostruzione non sia esagerata nello spessore, e infine viene lucidata.
I BAMBINI E LO STUDIO DENTISTICO
Quando si ha a che fare con i bambini e quindi i denti cosiddetti decidui, o di latte, abbiamo a che fare con una situazione molto particolare.
Particolare perché i denti non saranno quelli definitivi, particolare perché abbiamo a che fare con dei bambini. Il bambino vive nel mondo delle favole di fantasia quindi richiede tutto un approccio speciale, una specializzazione specifica per essere, diciamo così, confortato durante il trattamento.
Aspetti diagnostici, terapeutici e manutentivi sono diversi da quelli che si realizzano nell’adulto e anche i materiali e le tecniche sono completamente differenti.
È importante che il genitore impari da subito a gestire correttamente la dentatura del figlio e lo deve fare in due modi: il primo modo è quello di non spaventare il bambino quando parla del dentista. Il dentista è un amico, è una persona che aiuta il bambino, non è una persona che fa del male al bambino. La seconda cosa che è importante per il genitore è che una volta che hanno trovato uno specialista seguano scrupolosamente le prescrizioni che questi gli dà, e quindi a partire da cosa?
Abituare i bambini ai sapori salati e non ai sapori dolci perché una volta che il bambino gli viene dato un imprinting verso il dolce gli abbiamo segnato il futuro per tutta la vita e non è una buona cosa.
Poi una volta che il bambino viene visitato da specialista, il pedodonzista, così si chiama, sarebbe anche buona norma che il genitore non fosse mai presente durante il trattamento perché il bambino tenderà a appoggiarsi psicologicamente alla mamma o al papà che lo accompagna.
Una cosa importantissima è questa: oggi un bambino piccolo, quanto più è
piccolo, non può se non in rarissimi casi, restare quieto durante un trattamento della bocca, è quasi impossibile, è contro natura, è come se volessimo fare al nostro cane un’otturazione è molto probabile che prima o dopo ci morde o scappa.
Troppo istintivo per un bambino, è contro natura mettere le mani in bocca. Ecco che allora ci torna utile l’utilizzo della sedazione cosciente col protossido di azoto, che noi pratichiamo tutte le volte che un bambino è in ansia.
Praticamente nella stragrande maggioranza delle situazioni.
Il protossido di azoto si usa ormai in odontoiatria da oltre un secolo, se ne conoscono tutti i pro e i contro, che praticamente non esistono perché per un trattamento di breve durata non si pone il problema. Inoltre non ha praticamente tossicità.
Quindi si tratta di una situazione estremamente affidabile, che in studio utilizzo anche per gli infartuati, spesso volentieri per le donne in gravidanza e spesso volentieri per tutte le situazioni in cui esiste un rischio di ansia.
Il protossido di azoto rilassa e consente per quei 10 minuti 20 minuti in cui si realizza una cura semplificata, consente al bambino di sottoporsi senza ansia. Poi bambini crescono e ci sarà una fase in cui i denti permutano.
I primi denti a uscire sono gli incisivi quelli permanenti, ma poi escono anche sesti.
Quindi attenzione, incisivi e sesti vanno tenuti sotto controllo. Il primo dente che di solito nasce è il sesto inferiore, attenzione spesso la mamma non sa che il primo dente che esce nasce dietro e quindi spesso volentieri trascura proprio il permanente.
Per cui abbiamo il paradosso di pensare che se un dente è da latte può essere tranquillamente perduto tanto ci sarà il permanente e non ci dedichiamo poi l’attenzione.
SPAZZOLINO ELETTRICO
Lo spazzolino è uno strumento molto importante per l’igiene orale domiciliare. Attualmente gli spazzolini elettrici sono molto diversi da quelli di prima generazione.
Oggigiorno sono disponibili spazzolini ben diversi per forma, design, movimento e velocità.
Nel passato erano indicati solo a pazienti con minor abilità manuali, oggi sono indicati a tutta la popolazione.
Tutti possono usare lo spazzolino elettrico ma, per quanto sia facile il suo utilizzo, è molto importante usarlo in modo adeguato.
Prima di passare allo spazzolino elettrico è meglio chiedere consiglio al professionista sul suo utilizzo.
La tecnica corretta è guidare la testina dello spazzolino affinché avvolga e deterga un dente alla volta, seguendo il bordo gengivale e accompagnandolo piano piano.
Non è necessario esercitare troppa pressione, ne muovere avanti e indietro lo spazzolino.
Diversamente dallo spazzolino manuale non richiede un movimento prodotto dalla mano dell’utilizzatore.
Basta muoverlo lentamente e lasciare agire la testina per alcuni secondi su ogni dente con successive angolazioni, superfici interne, esterne e masticatorie.
Come lo spazzolino manuale, sarebbe meglio cambiare la testina dello spazzolino ogni 2 mesi.
Un altro indice che ci dice che è ora di cambiarlo è lo sventagliamento delle setole, quest‘ultima ci dice anche il nostro modo di spazzolamento, se si aprono dopo 1 mese vuol dire troppa pressione e se dopo 2 mesi le setole sono ancora dritte vuol dire che lo spazzolamento non è stato adeguato.
Un buon spazzolino elettrico deve avere queste caratteristiche:
Sensore di pressione: spazzolare i denti in modo troppo energico non è consigliato per evitare traumi alla gengiva e danni permanenti sui denti.
La pressione eccessiva è una delle cause principali del ritiro delle gengive e colletti scoperti.
Grazie al sensore di pressione, lo spazzolino ci avviserà, tramite un segnale acustico, segnali visivi (lampeggiando luce rossa), oppure diminuendo le pulsazioni se stai lavando i denti con troppa forza.
A seconda del modello ci sono uno o due di queste caratteristiche.
Impostare la velocità: molto importante è modificare la velocità delle rotazioni o pulsazioni della testina.
In base alle preferenze o esigenze impostare la velocità in base alla propria sensibilità dentale, colletti scoperti o apparecchi ortodontici fissi.
Scegli solo modelli che dispongono questa opzione, oppure per i bambini ci sono gli appositi spazzolini kids con velocità ridotte.
Batteria ricaricabile le alternative sono due: batteria interna ricaricabile e fissa oppure batterie sostituibili.
I modelli più conosciuti hanno delle batterie ricaricabili a corrente elettrica. Meglio scegliere questi modelli per non doverle sostituire, una batteria ricaricabile generalmente dura 1-2 settimane, pratico per chi viaggia spesso, soprattutto le batterie in litio.
Alcuni modelli presentano un sistema di ricarica doppio o anche triplo, tramite attacco USB.
Timer: permette di tenere sotto controllo il tempo che impieghiamo nella pulizia della bocca.
Tramite un segnale acustico, vibrazione o breve interruzione ci segnala, a seconda del modello, ogni 30sec di cambiare posizione oppure 2 min il tempo minimo necessario per una pulizia adeguata della bocca.
Di solito il tempo percepito quando spazzoliamo i denti è sovrastimato, un individuo che si spazzola per 40-50sec crede di farlo per 2 o più minuti.
Testina piccola e morbida: per arrivare anche nelle zone più difficili è meglio usare una testina piccola tonda (sensitive o sensi-ultrathin) per i modelli rotoscillatori oppure piccola ovale per i modelli ultrasonici.
Le ricerche dimostrano che la tecnica di spazzolamento è più importante che la scelta dello spazzolino.
QUALI SONO LE TECNICHE E LE COMPLICAZIONI DI UN’ESTRAZIONE DENTALE?
Quando un dente è particolarmente compromesso è inutile e spesso dannoso lasciarlo nella sua sede, alcuni denti, per esempio i molari detti del giudizio, pur essendo assolutamente sani necessitano di essere rimossi.
In altri casi ancora, per esempio nelle gravi parodontosi (piorrea), i denti sono ormai irrecuperabili per l’insufficiente ancoraggio osseo e quindi sono queste le situazioni in cui è necessario rimuovere dalla bocca uno o più denti.
La rimozione viene definita estrazione.
Tecniche
Nello STUDIO DENTISTICO TAUTU, realizziamo l’estrazione, anestetizzando
preventivamente la parte, il dentista, con appositi strumenti e con movimenti
gentili e semplici, scolla il dente dall’alveolo e lo rimuove dalla bocca.
Se i margini della gengiva richiedono di essere avvicinati si esegue, a questo punto, una sutura che verrà rimossa dopo 7-10 giorni, se già questa non si toglie prima da sola.
Effetti collaterali
Un’estrazione dentaria è oggi assolutamente atraumatica ma, alla scomparsa dell’effetto anestetico, possono esserci alcuni effetti collaterali.
I più frequenti sono:
- un lieve fastidio pulsante (sincrono con la pulsazione cardiaca)
- un lieve gonfiore (mai in prima giornata)
- qualche goccia di sangue (per qualche ora)
- raramente, un ematoma (che compare a partire dalla terza giornata)
Prognosi
I fastidi si risolvono in genere nel giro di pochi giorni ma è bene ricordare che la gengiva si risalda perfettamente non prima di tre settimane e talvolta di più (dipende molto dall’età: i bambini guariscono veramente in pochi giorni).
Le zone ossee sede di una estrazione guariscono e si rimodellano in non meno di tre mesi.
Prescrizioni e consigli
Per questo motivo è bene seguire alcune semplici prescrizioni per evitare di rendere questi effetti più sgradevoli. Innanzitutto non assumere alcun alimento fino a quando l’effetto anestetico non sia scomparso.
Per almeno 15 minuti è bene applicare la borsa del ghiaccio (come si farebbe per ogni altro trauma, per esempio una botta ad un ginocchio).
Quando si assumono alimenti è bene che per un paio di giorni siano a
temperatura ambiente o freddi, i cibi caldi sono particolarmente fastidiosi se vengono a contatto con la gengiva infiammata.
Il giorno dell’intervento è consigliabile non assumere posizioni distese (la posizione eretta rende molto meno probabile il gonfiore della zona trattata), non stare fermi (il movimento permette un miglior circolo ematico nella zona traumatizzata) e non stare in luoghi particolarmente caldi (il calore accentua i disagi delle zone infiammate).
Noi consigliamo di non astenersi dalle attività lavorative ed evitare il riposo in posizione distesa. La notte dopo l’intervento consigliamo di tenere la testa su uno o, meglio, due cuscini e di metterci sopra un asciugamani per non sporcare le federe.
Salvo che in condizioni particolari non consigliamo l’assunzione di farmaci. Nel caso vi siano zone ascessuali viene sempre prescritta l’assunzione di antibiotici e/o di antinfiammatori.
COME POSSIAMO MANTENERE AL MEGLIO I NOSTRI DENTI? IGIENE DENTALE PERIODICA E CONSIGLI
La dentatura e le gengive dell’essere umano costituiscono un incredibile ed eccezionale apparato capace di triturare ogni tipo di cibo e capace di preservarsi dai danni causati dalla ricca flora batterica della bocca.
Purtroppo l’alimentazione ideale differisce moltissimo da quella che pratichiamo oggi: cibi raffinati, cibi dolci, cibi morbidi, cibi cotti e con grande prevalenza di alimenti non vegetali.
Per questo motivo la nostra bocca viene sollecitata in modo innaturale ed è per questo che si sviluppano due malattie tipiche: la carie e la parodontite (detta anche piorrea).
Di queste malattie l’uomo preistorico non soffriva affatto. È sorprendente il fatto che la carie è la malattia in assoluto più diffusa al mondo e che la parodontite colpisca in Italia oltre 10 milioni di persone.
La parodontite è quella malattia che porta le persone a perdere progressivamente tutti i denti e a dover ricorrere alle protesi.
Sono questi i motivi che ci spingono a consigliare fortemente un programma di prevenzione permanente di queste malattie.
Cosa fare quando un dente appare particolarmente compromesso?
Quando un dente è particolarmente compromesso è inutile e spesso dannoso lasciarlo nella sua sede. Altre volte il dente è assolutamente sano ma è compromesso il suo supporto osseo (parodontosi o piorrea). In queste situazioni è conveniente rimuovere il dente dalla bocca. Si creeranno degli spazi vuoti tra i denti. Questi spazi sono particolarmente sgradevoli da vedere nelle zone anteriori (la zona del sorriso) e nelle zone posteriori possono sensibilmente ridurre la capacità di masticare.
Tra le diverse possibilità di cura degli spazi vuoti, che nello STUDIO DENTISTICO TAUTU mettiamo a disposizione dei pazienti, merita una particolare attenzione l’inserimento di impianti. Un impianto è un cilindretto di metallo biocompatibile (titanio) che viene collocato all’interno dell’osso dove in precedenza c’era la radice del dente che è stato rimosso.
Su di esso si può applicare un nuovo dente di ceramica che abbia forma, colore e funzione di quello originale.
Il trattamento è perciò finalizzato a ricreare la situazione preesistente senza toccare i denti adiacenti e imitando in modo quasi perfetto il dente mancante. Si tratta di una cura molto sofisticata ma di grande soddisfazione per chi ha vissuto il disagio dei denti mancanti.
Per realizzare un impianto si comincia verificando se c’è abbastanza osso da poterlo inserire. Si esegue perciò una radiografia e se necessario, una tac. Se vi è osso sufficiente si può pianificare il trattamento.